mercoledì 25 febbraio 2009

La strana storia di Manola Cincì.

In Francia le storie di trevestiti erano all'ordine del giorno, ma la La storia fu enigmaticamente quella di Manola Cincì.
Fine nel suo interesse per le parrucche, la sua femminilità prorompeva da ogni biondo ricciolo, espressione di qualcosa di più di un eyeliner fucsia Manola si dette alla politica rifondando il Partito dell'Amore e proponendosi come quarta alternativa tra Sarkò, Segolen Royal, e Karl Lagerfeld . Grande promotrice del sesso ad ogni età l'intrepida signora drag si lasciò ad indomiti comizi nei posti più inerti, dalla Rue de Clochards tra i barboni che la palpeggiavano amorevolmente, nella Rue Morgue dove vendetti il mio corpo a Parigi con Iriza, al Louvre tra gli astanti impressionati dal suo possedere dei seni, alla cima della Tour Eiffel dove, a chi la avvicinava aveva sempre una parola di conforto ed una gola profonda, li leccava con grazia arguendo dal loro odore i loro successi futuri, gli amori, le delusioni e le morti improvvise.
Questo durò a lungo, perchè Manola Cincì, la meglio drag di Francia (eccetto me, la divina Zobeide), era amata e venerata da tutti, tanto che le chiesi un autografo da dare a Ulla perdutamente innamorata di lei, ma l'opposizione politico-bigotta delle donnette di Parigi si fece sempre più forte, tanto da ottenere il suo allontanamento dalla città; ma Manola amava il suo paese e quindi, per protesta, si spogliò nuda davanti al parlamento, che, dopo aver approfittato a lungo delle sue grazie, la rinchiuse per sempre in un bordello di seconda categoria, a performare sempre un solo spettacolo: "Deep troath".

Quale tristezza, quanto disappunto, povera Cincì, pace all'anima sua.

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